
Una delle caratteristiche principali dell’Odaka Yoga è il movimento a onda, che peraltro rappresenta uno dei precetti base.
Questa scelta non nasce dalla volontà di creare coreografie particolari durante la pratica (benché il risultato finale sia anche esteticamente molto gradevole) ne dalla scelta di impartire alla scuola una caratteristica distintiva dalle altre. Neppure è dettata da una spinta modaiola che caratterizza, ahinoi, lo yoga moderno, ne tantomeno da una bizzarra imposizione dei due fondatori.
Il movimento a onda rappresenta a tutti gli effetti la più naturale delle scelte.
Chi per anni ha praticato yoga in altre scuole ed è abituato a movimenti più ‘rettilinei’ scoprirà, nell’Odaka Yoga, come il raggiungimento della posa, o il flow da una posa all’altra, grazie all’uso di movimento ad onda riesce più naturale, meno traumatico per le articolazioni, più funzionale.
Ma perché la ricerca di curve, cerchi ed ellissi risulta essere più consono alla biomeccanica articolare?
Semplicemente, perché tutto nel nostro organismo è curvilineo.
L’esempio più classico è dato dalla forma della colonna vertebrale: “tieni la schiena dritta!” ci urlava la mamma quando andavamo a scuola con zaini pesanti …
In realtà la frase voleva essere la versione semplificata di: “mantieni le 4 curve fisiologiche della tua colonna! Non alterare la lordosi cervicale, non rettilineizzare la lordosi lombare!!!”
In effetti era più semplice la prima versione, benché errata, in fondo.
Già, perché se in realtà la nostra colonna fosse davvero dritta, con le vertebre perfettamente una sopra l’altra come mattoncini lego, il carico sugli ultimi dischi intervertebrali sarebbe così alto da distruggerli.
Può sembrare strano, ma il fatto che la colonna vertebrale sia una serie di 4 curve alternate, la rende magicamente perfetta per sostenere i carichi a cui è sottoposta, e alterazioni anche minime di queste curve fanno si che nascano i problemi.
Incredibile, vi pare?
Invece è la semplice, meravigliosa architettura del nostro organismo, basata non su piani, rette e segmenti, ma su curve.
Potremmo proseguire il discorso analizzando tutte le altre articolazioni, ma la conclusione finale sarebbe identica.
Pertanto l’applicazione del movimento a onda nell’Odaka Yoga da un lato rappresenta una geniale intuizione dei due fondatori, dall’altra è una semplice applicazione di quanto naturalmente andava fatto.
Tutte chiacchiere? Provate a esperire. Scoprirete, col tempo, come anche per una banale flessione del busto il movimento a onda necessario per questo passaggio (in Odaka il Back Wash) lo renderà più sicuro per la vostra schiena. E per riportare il busto in neutra, l’estensione sarà ben più funzionale srotolando una vertebra per volta con il Point Break.
Qualcuno potrà sorridere nel vedervi: sorriderà meno quando avrà mal di schiena.